di Fabrizio Torsani
Come già riscontrato nei mesi scorsi per le praterie di Fegina e Punta Mesco nell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, un “lieto evento” si sta verificando nell’AMP di Tavolara e Capo
Coda Cavallo e nelle aree circostanti: la riproduzione sessuata dellaPosidonia oceanica, detta anche fioritura. Questa specie, infatti, fa parte delle Angiosperme marine; si tratta, cioè,
di una vera e propria pianta, che produce fiori, semi e frutti.
La Posidonia possiede una riproduzione vegetativa (stolonizzazione), per dispersione di frammenti di rizoma e accrescimento orizzontale di
quest’ultimo tramite la produzione di ramificazioni laterali. Questa strategia riproduttiva è il mezzo principale per il mantenimento e l’espansione delle praterie esistenti, ma ha lo svantaggio
di non determinare variabilità genetica.
La riproduzione sessuata, invece, è fondamentale per la diffusione e la colonizzazione di nuove aree e determina variabilità genetica, importante per l’adattamento a condizioni ambientali
variabili e, quindi, per la sopravvivenza. Questo fenomeno non ha una cadenza precisa e dipende sia da fattori ambientali, quali l’irradianza e la temperatura, sia da fattori endogeni, come l’età
della pianta e la densità e dimensione dei germogli. La fioritura avviene in settembre-ottobre nelle praterie più superficiali, mentre è ritardata di due mesi in quelle più profonde; i fiori,
ermafroditi, sono raggruppati in un’infiorescenza a forma di spiga attaccata al rizoma e posizionata al centro del fascio di foglie. L’impollinazione è idrofila, col rilascio del polline in acqua
sotto forma di filamenti gelatinosi; la maturazione richiede circa sei mesi, al termine dei quali i frutti maturi, comunemente noti come “olive di mare”, si staccano e galleggiano in superficie,
grazie ad un rivestimento ricco di sostanze oleose, il pericarpo. Quando questo rivestimento marcisce il seme viene liberato e affonda; se trova adeguate condizioni di profondità, tipo di
sedimento e stabilità esso germoglia e da origine ad una piantina. È interessante notare che per germogliare il seme necessita di un substrato umificato, quindi ricco di prodotti della
degradazione vegetale; ne consegue, dunque, che questa specie possa impiantarsi solo in substrati precedentemente colonizzati da altri organismi vegetali.
In questi ultimi giorni di aprile numerose “olive di mare”, si stanno spiaggiando lungo le coste nord-occidentali della Sardegna. Sarebbe molto interessante sapere se il fenomeno è isolato a
poche praterie o in quali aree del Mediterraneo si sta verificando.
L'invio delle vostre osservazioni (postmaster@reefcheckitalia.it), con una foto delle “olive di mare” che vedete, renderebbe possibile visualizzare su una mappa l’estensione
dell’evento.