Gianfranco Rossi Reef Check Italia Onlus
CROCIERA ARCIPELAGO DELL'ARGENTARIO
I crescenti disturbi che interessano le comunità marine in genere e in particolare le gorgonie ed il corallo rosso hanno spinto l'associazione Reef Check Italia Onlus ad avviare nel 2010 una campagna finalizzata alla loro protezione.
Tale iniziativa mira a delineare, attraverso il coinvolgimento
di volontari subacquei, una mappa di distribuzione di questi organismi lungo le coste dell'intero Mar Mediterraneo per sapere con certezza dove essi siano presenti oppure assenti.
Quest'informazione è fondamentale per poter seguire nel tempo i cambiamenti che avvengono sott'acqua e per capire dove le foreste di gorgonie si stiano eventualmente diradando o addirittura
scomparendo. La conoscenza di tali fenomeni è importante sia per poter sviluppare eventuali strategie di tutela che per evitare che la loro riduzione non inneschi spiacevoli effetti a cascata
anche su altri organismi a loro in qualche modo collegati. La crociera denominata "Campagna Gorgonie 2011" nell'Arcipelago dell'Argentario, a bordo della motonave "Marea", organizzata in
collaborazione con la Società Subtridente Pesaro, è la prima iniziativa in Mediterraneo di questo genere effettuata da Reef Check Italia. Coinvolgere i subacquei in questo tipo di attività
può risultare una soluzione vincente per diversi motivi. Innanzitutto vi è l'opportunità di far conoscere ad un elevato numero di persone, in modo più approfondito, alcuni degli organismi che
maggiormente caratterizzano i siti d'immersione più spettacolari.
La stella gorgone è così chiamata per il suo aspetto che ricorda Gorgona, dea della mitologia greca dai capelli trasformati in serpenti. L’unica specie presente in Mediterraneo è Astropartus mediterraneus, un echinoderma appartenente alla classe degli ofiuroidei detti anche stelle serpentine. Organismo non comune presente ad elevate profondità, sfrutta le gorgonie a cui si fissa più o meno in maniera stabile. Le sue intricate appendici, di giorno solitamente arrotolate a forma di palla, vengono distese nelle ore notturne per catturare organismi del plancton. (Foto di Rachele Palazzetti).
Focalizzare l'attenzione solo su alcune specie, di particolare interesse anche per i subacquei,
serve non solo ad aumentare la consapevolezza dei medesimi sul ruolo che tali specie svolgono negli ecosistemi marini e di conseguenza ad evitare che possano da questi essere danneggiate, ma
anche a migliorarne notevolmente le capacità di riconoscimento. Le segnalazioni di presenza o assenza di determinate specie effettuate autonomamente da molte persone che si immergono in uno
stesso sito, assume un valore significativo grazie all'elevato numero di riscontri effettuati unito ad un idoneo livello di riconoscimento reso possibile da nozioni teoriche più approfondite
seguite da immediate osservazioni in mare. I fondali dell'Arcipelago dell'Argentario si sono rivelati assolutamente adatti ad un addestramento di questo
genere.
La presenza di mucillagini nell'arcipelago toscano è già stata ampiamente documentata da Innamorati et al. a partire dal 1991. Furono individuate tre diverse specie di alghe come costituenti principali degli aggregati mucillaginosi. Nel 2005 Giuliani et al., in uno studio della durata di tre anni, hanno documentato il negativo impatto delle mucillagini sulle gorgonie. Il danno subito dalle gorgonie risultò strettamente legato alle mucillagini anche se non sempre la loro presenza comprometteva lo stato di salute delle colonie.
In ogni immersione è stato possibile osservare numerosi esemplari di Eunicella singularis, E. cavolini e Paramuricea clavata. In alcune aree erano inoltre presenti anche colonie particolarmente fitte del pregiatoCorallium rubrum, anch'esso oggetto della campagna di salvaguardia di questo gruppo di gorgonacei endemici del Mediterraneo.
Un fenomeno che purtroppo da diversi anni ormai regolarmente caratterizza lo scenario estivo dei fondali dell'arcipelago riguarda l'enorme presenza di mucillagini
che talvolta rivestono interamente numerose colonie di Eunicelle e Paramuricee e che mostrano chiaramente il danno che tali minacce arrecano agli straordinari
scenari sottomarini trasformati in gran parte in paesaggi monotoni e privi di qualunque attrattiva per i delusi spettatori di questo evidente degrado degli habitat.
Testimonianze di esperti conoscitori di questi ambienti raccontano che sistematicamente si assiste ad una lenta ripresa che ha inizio al termine della stagione
estiva ma che il problema puntualmente si ripresenta all'inizio dell'estate successiva.
Anche se tali avvenimenti sono fortemente legati ai cambiamenti climatici in atto essi non devono comunque vederci come spettatori passivi. E' infatti certo che
l'impatto negativo dell'uomo su questi ambienti può accelerare questi processi e facilitare il passaggio ad una fase di non ritorno. E' un obbligo morale di ogni amante del mare fare tutto il
possibile per evitare che questo accada non solo perché una piacevole vacanza subacquea può essere considerata tale se caratterizzata da belle immersioni ma soprattutto perché questi cambiamenti
possono impattare negativamente anche la vita quotidiana di noi tutti.
Riferimenti
Mucilage impact on gorgonians in the Tyrrhenian sea
S. Giuliani *, C. Virno Lamberti, C. Sonni, D. Pellegrini
Science of the Total Environment 353 (2005) 340- 349
Mucilages and climatic changes in the Tyrrhenian Sea
M. Innamorati*, C. Nuccio, L. Massi, G. Mori And A. Melley
Aquatic Conservation: Marine And Freshwater Ecosystems
Aquatic Conser_: Mar. Freshw. Ecosyst. 11: 289-298 (2001)