Federico Betti – Reef Check Italia Associate Project Manager
Il progetto “Occhio alla medusa”, portato avanti dal prof. Boero dell’Università del Salento, ha raccolto la prima segnalazione nel Mediterraneo occidentale del famigeratoMnemiopsis leidyi; si tratta di uno ctenoforo, ossia di un organismo superficialmente simile alle meduse per la forma piuttosto globosa, la consistenza gelatinosa e la trasparenza, ma sprovvisto di cellule urticanti e, al contrario, dotato di organelli adesivi con cui catturare lo zooplancton di cui si nutre.
Ciò rende gli ctenofori inoffensivi per l’uomo; queste cellule, che prendono il nome di colloblasti, sono disposte lungo due lunghi tentacoli
estremamente fini che si dipartono dal corpo dell’animale e fluttuano nell’acqua. Altre importanti caratteristiche degli ctenofori sono la presenza di cteni (da cui il nome), ossia ciglia fuse in
otto bande meridiane al corpo, utilizzate dall’animale per muoversi nella colonna d’acqua, e un certo grado di bioluminescenza.
Mnemiopsis leidyi è originario delle coste atlantiche del continente
americano, ma durante gli anni 80 fu introdotto erroneamente nel Mar Nero tramite le acque di zavorra di petroliere (Vinogradov et al., 1989). Lì trovò un ambiente favorevole al suo sviluppo,
soprattutto grazie all’abbondanza di cibo e alla scarsità di competitori e predatori, e iniziò a produrre grandi aggregazioni che, alimentandosi soprattutto di uova e larve di pesce, nel giro di
pochi anni decimarono i già traballanti (a causa della sovrapesca) stock ittici del Mar Nero.
Nel 1999, sempre attraverso acque di zavorra, fu introdotto nel Mar Caspio (Shiganova et al., 2001; Ivanov et al., 2000), dove in alcune aree fece
registrare una riduzione dello zooplancton di circa l’80%.
Nel 2001 fu avvistato nel Mar Egeo (Shiganova et al., 2001), dove però non ebbe effetti così drammatici, forse a causa della maggiore presenza di competitori planctofagi, e nel 2006 fu segnalato
anche nel Mar Baltico (Javidpour et al., 2006), dove pare essere molto presente anche se le popolazioni paiono non essere stabili.
E ora, dopo alcuni avvistamenti sporadici nel Mar Adriatico, probabilmente di esemplari provenienti dall’Egeo, è arrivata la prima segnalazione nel Mediterraneo occidentale: il biologo del Comune
di Lerici Marco Putti ha confermato le segnalazioni di grandi banchi di Mnemiopsis leidyii lungo le coste di Marinella di S. Terenzo e Tellaro (Sp).
La grande tolleranza di questa specie ai diversi fattori ambientali (sopporta salinità variabili da 4 a 38 e temperature comprese fra 4 e 32°C) lo rende capace di adattarsi alle condizioni
presenti in tutto il Mediterraneo e al di fuori di esso, e la sua capacità di compromettere gli stock ittici, sia attraverso una competizione per le risorse, sia a causa della dieta costituita,
come detto, prevalentemente da uova e larve di pesce, fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna
delle aree che riesce a colonizzare.
Ecco perché questa specie è già da tempo un “sorvegliato speciale”, le cui segnalazioni sono molto importanti, e certamente si tratta di un animale con cui, purtroppo, avremo molto a che fare in
futuro.
BIBLIOGRAFIA:
Ivanov, V.P., Kamakin, A.M., Ushivtsev, V.B., Shiganova, T.A., Zhukova, O.P., Aladin, N.V., Wilson, S.I., Harbison, G.R., Dumont, H.J., 2000. Invasion of the Caspian Sea by the comb
jellyfish Mnemiopsis leidyi (Ctenophora). Biological Invasions 2: 255-258.
Javidpour, J., Sommer, U., Shiganova, T., 2006. First record of Mnemiopsis leidyi A. Agassiz 1865 in the Baltic Sea. Aquatic invasion 1 (4): 299-302.
Shiganova, T.A., Mirzoyan, Z.A., Studenikina, E.A., Volovik, S.P., Siokou-Frangou, I., Zervoudaki, S., Christou, E.D., Skirta, A.Y., Dumont, H.J., 2001. Population development of the invader
ctenophore Mnemiopsis leidyi in the Black Sea and other seas of the Mediterranean basin. Marine Biology 139: 431-445.
Vinogradov, M.E., Shushkina, E.A., Musaeva, E.I., Sorokin, Yu.P., 1989. Ctenophore Mnemiopsis leidyii (A. Agassiz) (Ctenophora: Lobata) – a newly introduced species in the Black
Sea. Okeanologiya 29 (2): 293-299.